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mercoledì 11 febbraio 2015

 Biografia di  Elisabetta Trombello  



La sensibilità è l’abito più elegante e prezioso,
di cui l’intelligenza possa vestirsi    “Alda Merini”



Comasca di nascita, cittadina del mondo Elisabetta Trombello classe 1969,
appartiene a quella generazione di mezzo che non ha vissuto ne il 68 ne tanto meno i rivoluzionari anni 60 e la Pop Art, ma si è trovata ventenne, dopo essersi diplomata all’istituto d’arte  di Cantù, in quegli’ anni 80 dove tutto sembrava raggiungibile e la possibilità di tuffarsi in lavori che sembravano giochi, era all’ordine del giorno.
E’ il mondo del turismo quello nel quale Elisabetta Trombello si trova a vivere in quel periodo, viaggiare è l’avventura più entusiasmante da vivere, scoprire paesi esotici, esser a contatto con la natura, costantemente stupiti, meravigliati difronte a tramonti straordinari, fondali marini sorprendenti, flora a fauna  sconosciuti porta al desiderio incontenibile di condividere lo stupore e la meraviglia.
Questo sarà il meccanismo che porterà Elisabetta Trombelo a diventare un artista . Fin dall’inizio l’approccio con la superficie pittorica è andato subito verso la materia, ma una materia che va plasmata e non dipinta, contaminata da piccoli elementi naturali e non, riportati dai luoghi visitati che l’artista usa per rievocare il ricordo tra reale e immaginario rendendo il racconto tridimensionale e favolistico.
Si muove sulla tela con malte e acrilici, usando non il pennello ma spatole particolari che di malte sature di colore.

E’ con queste opere che ET muove i primi passi verso il pubblico le prime mostre collettive e poi le personali.
La sua è una pittura empatica, solare , semplice se vogliamo ma proprio per questo riesce a trasmettere emozioni immediate… a provocare un incantevole sorpresa.








Per qualche anno questo sembra bastare, condizione favorita anche dal grande successo della stampa e del pubblico.
In quel periodo l’artista approfondirà la sua conoscenza dell’Arte del 900.
Rimarrà stregata dai sacchi di Burri e subirà il fascino provocatorio di Piero Manzoni….. Materia!!!!  Questo è il suo media, ma non le basta plasmarla lei vuole muoverla! Muoverla, fino a farla diventare flusso, questa era l’idea!
Fin dall’inizio!!!
Non erano quei paesaggi fantastici, quei tramonti incredibili e tutte le meravigliose viste che voleva raccontare, lei voleva raccontare il flusso delle Emozioni che quelle visioni provocano.
Perché l’Arte è anche il modo in cui l’anima di un artista cerca di comunicare le proprie sensazioni ad altre Anime.







Ed è su questo concetto che quella realtà raccontata, scompare dalla superficie dell’opera, lasciando spazio ad una nuova realtà dove con un gesto energico e liberatorio… Ma non violento, la materia cambia si stratifica.
Fibre naturali come sacchi di Juta, garze, cotoni, lini dalle larghe trame si sovrappongono e fluttuano sulla superficie.
Anche il colore assume un ruolo diverso, si fa rarefatto, a volte scompare per lasciare il posto al non Colore, a volte si fa vivido ed intenso, e… in una dimensione sospesa assume una valenza onirica.








L’opera di Elisabetta si muove verso la costruzione di uno spazio interiore, lontano dall’agitazione e dalle spigolosità del mondo in una dimensione intima e allo stesso tempo appartenente all’esperienza collettiva….
A volte capita che le morbide e flessuose superfici dell’opera vengano caratterizzate da lacerazioni e strappi dai quali emergono cristalli preziosi o semplici e levigati coralli.
Li scopri nel tuo vagare tra le pieghe dell’opera…si offrono alla vista come piccoli tesori nascosti






La creatività di un artista di dipana su più fronti, usa la stessa materia ma cambia gli elementi e il ritmo del racconto, ora, non è solo il viaggio in mondi esotici e lontani a prendere forma sulle sue tele, è l’emozione di un viaggio diverso… è il viaggio dei sentimenti, dell’esperienze vissute: l’Amore, l’Amicizia, i Sogni, le Speranze gli Incontri, ma anche le Delusioni e le Solitudini.

Un racconto autobiografico che l’Artista elabora attraverso il suo fare, la tela diventa allora  il luogo in cui ogni elemento si unisce agl’altri in un insieme organico e morbido: le forme si allungano e il colore diventa morbido, caldo e vitale, interrotto a volte da preziose eruzioni dove l’oro fuori uscendo dalle stratificazioni invade con morbide colature la superficie pittorica, dando vita ad un universo fluttuante e luminoso, dominato da una forte carica emotiva in uno slancio che celebra costantemente l’Amore per la Vita e il piacere ludico della scoperta. 








In questo modo il percorso individuale dell’Artista si fa traccia di un esperienza universale, in un opera che ognuno può sentire come propria, proseguendone in racconto attraverso le più profonde e personali Emozioni.!


   Un ringraziamento   per le parole  ad  Anna Maria Brizzi  
  








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